sabato 16 febbraio 2008

E' nato prima il farmaco o la malattia?




Vendere farmaci e medicine a tutti non solo ai malati, era l’obiettivo dichiarato da decenni dell’industria farmaceutica: “Il nostro sogno e’ quello di produrre farmaci per le persone sane”


Frase detta 30 anni fa’ da Henry Gadsden, capo e dirigente di una multinazionale dei farmaci la Merck.

martedì 5 febbraio 2008

Chi ha il coraggio di dire che tutto questo è scienza!

Nel mondo i posti così sono tantissimi....ovunque.... ma a chi servono?



Dichiarazioni di alcuni scienziati pubblicate in un articolo del 10/11/2005 sulla rivista Nature uno dei punti di riferimento per la scienza mondiale

- I test di tossicità che abbiamo utilizzato per decenni sono semplicemente cattiva scienza. Oggi abbiamo l’opportunità di incominciare da zero e di sviluppare dei test basati su prove evidenti, che forniscono una reale opportunità per la tossicologia di diventare infine una scienza rispettabile.

- E’ stata riconosciuta la cattiva qualità della maggior parte dei test su animali, che non sono mai stati sottoposti ai rigori della validazione oggi imposta ai metodi alternativi in vitro. La maggior parte dei test su animali sovrastimano o sottostimano la tossicità, o semplicemente non sono in grado di fornire dati precisi sulla tossicità riferita all’uomo (il 75% dei test su animali vengono fatti per prove di tossicologia, ndr)

- I test di tossicologia embrionale fatti su animali non sono affidabili per la previsione nell’uomo: quando scopriamo che il cortisone è tossico per gli embrioni di tutte le specie testate, eccetto quella umana, cosa dobbiamo fare?”

- La sperimentazione su animali consente alle industrie di ottenere qualsiasi risposta desiderino (cambiando la specie animale usata) e di evitare la responsabilità civile sostenendo che il modello animale non consente "la certezza della prova".

Marcia Angell, medico specializzato in medicina interna e patologia, è stata direttrice The New England Journal of Medicine,una delle riviste mediche più prestigiose al mondo. In campo sanitario è un’autorità

Bugie, corruzione e speculazioni che sono alla base del business più remunerativo del mondo, giocato sulla salute delle persone...

Dichiarazione di Dott. Vernon Coleman, Royal Society of Medicine

"Molti vivisettori continuano ad affermare che ciò che fanno aiuta a salvare delle vite umane. Ma stanno mentendo. La verità è che gli esperimenti sugli animali uccidono le persone, e chi effettua esperimenti sugli animali è responsabile della morte di migliaia di uomini, donne e bambini ogni anno."

British Medical Journal, nel numero 328

Gran parte delle ricerche condotte su animali per cure che dovrebbero essere applicate agli uomini, sono sprecate perché condotte in maniera inadeguata e perché non vengono valutate attraverso verifiche sistematiche.

Le cifre in costante aumento

500 milioni gli animali vivisezionati ogni anno nel mondo
1 milione circa gli animali vivisezionati ogni anno in Italia
3.000 circa gli animali vivisezionati ogni giorno in Italia
1 ogni 3 secondi gli animali vivisezionati nei laboratori europei
Non si hanno dati certi degli animali transgenici usati

venerdì 1 febbraio 2008

Cavie umane


Rai.tv - C'era una volta - Cavie umane

“Allo stato attuale delle conoscenze, la sperimentazione col volontario sano è una tappa obbligata e ineliminabile per la creazione di un nuovo farmaco”.

Così si è espresso a scanso di equivoci in un recente intervento su Tempo Medico il bioetico Maurizio Mori, membro della consulta di bioetica.

Del resto, oggi, progettare farmaci è sempre più complicato ma un punto rimane fermo: per dire se un farmaco veramente funziona bisogna somministrarlo a un malato. E le aziende devono radunare un quantitativo considerevole di individui e convincerli a inghiottire un rimedio non certificato e dagli effetti collaterali incerti.

Il trial, poi, come illustra più diffusamente un altro articolo contempla tre fasi, di cui la prima testata su qualche dozzina di soggetti sani. E se negli anni ’80 un nuovo farmaco veniva testato su 1300 volontari per un totale di 30 trial. A metà degli anni novanta si era già saliti a 4200 soggetti e 68 trial. Se un tempo, perciò, si prendevano in considerazione farmaci che portavano il tasso di mortalità per malattie cardiovascolari dal 20 al 15%, oggi si parla di sostanze che portano il tasso di mortalità dal 6 al 5%. E un effetto così impercettibile richiede molti pazienti.

Detto questo è necessario stabilire dei criteri etici per il reclutamento di volontari.
La china che sta prendendo la situazione infatti non è delle migliori, con una preoccupante gara al reclutamento della “cavia” più a buon mercato. Due i trend in questo settore. Stati Uniti e Gran Bretagna, i paesi in cui si concentrano i due terzi dei profitti farmaceutici mondiali, si rivolgono a paesi in via di sviluppo, l’India su tutti.

Le cavie per i laboratori europei sono invece reclutate nei paesi periferici dell’Est europeo. Zone economicamente depresse dove il rimborso ottenuto per la sperimentazione è molto agognato.
Un esempio è quello della Pfizer International Ltd, multinazionale americana, la sua partner nigeriana e altri soggetti non meglio precisati che sperimentarono materialmente sui bimbi africani il Trovan, con la scusa di aiuti umanitari durante una epidemia di meningite infantile, provocando drammatiche conseguenze.

Le case farmaceutiche nella loro corsa al mercato non hanno nessuna etica necessaria per valutare l’efficacia di un farmaco, e gli animali torturati a cosa servono?

http://www.dica33.it/argomenti/farmacologia/farmaci/farmaci9.asp